Al Teatro delle Muse: The Emperor Jones di Louis Gruenberg

Debutto venerdì 23 gennaio alle 20.30 con replica domenica 25 gennaio alle ore 16.00 al Teatro delle Muse di una nuova produzione, l’opera The Emperor Jones di Louis Gruenberg da un dramma del drammaturgo americano Eugene O’Neill, con regia, scene e luci di Henning Brockhaus e la direzione d’orchestra al Maestro Bruno Bartoletti che conduce l’Orchestra Filarmonica Marchigiana e il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”.
The Emperor Jones, un’opera rara e curiosa del \'900, che nella linea oramai consolidata della Fondazione di proposta del repertorio meno conosciuto voluta dal direttore artistico Alessio Vlad, rappresenta un importante esempio di teatro musicale. L’opera sarà registrata per intero da Radio Rai 3 durante la prima serata.
L’opera in due atti, un prologo, un interludio e sei scene su musica di Louis Gruenberg, allievo di Busoni, mescola espressionismo europeo e jazz americano, creando un’opera da uno dei più famosi drammi del teatro americano.
L’opera vide il suo battesimo alla Metropolitan Opera House di New York diretta da Tullio Serafin nel 1933, ed è stata cavallo di battaglia di alcuni dei più grandi baritoni americani, nella prima esecuzione era Lawrence Tibbett, bianco pitturato di nero e l’unica altra rappresentazione italiana negli anni 50 è stata interpretata sempre da un bianco Nicola Rossi - Lemeni. Ora ad Ancona il protagonista è invece di colore ed è il baritono americano Nmon Ford.
Il protagonista (Brutus Jones, l’Imperatore) Nmon Ford è affiancato dal tenore Mark Milhofer (Henry Smithers, un mercante londinese), dal soprano La Verne Williams (una vecchia nativa) e dal ballerino Jean N’Ddiaye (Lo stregone congolese), in scena anche Ismaila Kante che interpreta Jeff.
Regia, scene e luci sono affidate ad Henning Brockhaus e la direzione d’orchestra a Bruno Bartoletti che conduce l’Orchestra Filarmonica Marchigiana e il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”.
E’ stato quest’anno anche stretto un accordo formativo su un piano artistico con L’Accademia di Belle Arti di Macerata (negli anni passati il rapporto si era limitato agli stage) per lo studio dei costumi, realizzati in questi giorni dalla sartoria della Fondazione Teatro delle Muse (assistente ai costumi Elisabetta Seu) e lo studio delle immagini elettroniche; gli allievi che hanno lavorato sono quelli del laboratorio di progettazione e realizzazione del costume diretti dal professor Giancarlo Colis e laboratorio di video teatro del professor Giacomo Verde, partecipano al lavoro anche gli studenti del corso di scenografia di Henning Brockhaus. Tra gli altri: assistente alla regia Maria Sole Cingolani, assistente alle scene Alessandra Dottori, collaboratore alle luci Marco Abeti.
L’opera racconta la storia di Brutus Jones, un nero americano che, accusato di aver ucciso un uomo, evade dalla prigione e fugge in un’isola dei Caraibi dove si autoproclama imperatore.
The Emperor Jones è un’opera che unisce e mette a confronto, tra le altre cose, espressionismo e realismo, jazz e romanticismo, così che il dramma di uno dei più importanti e celebrati scrittori di teatro americani diventa punto di partenza e di riferimento per la definizione di un genere tutto europeo che, in un paese ancora giovane e proiettato verso il futuro, voleva e doveva trovare una nuova dimensione. La fuga attraverso una foresta piena di simboli di Brutus Jones – il nero che autoproclamatosi imperatore potrà essere ucciso solo da una pallottola d’argento – diventa emblema di eventi controversi e mette a nudo le contraddizioni della società americana: motivo questo della sostanziale difficoltà per la messa in scena successiva al grande successo delle prime rappresentazioni.
Abbiamo cercato di rendere il clima espressionista del lavoro – dichiara il regista Henning Brockhaus – e questo è stato possibile dando una visione simbolica del testo – nello spazio astratto della scenografia s’inseriscono delle proiezioni che sono le immagini della psiche del protagonista, una visione della sua anima tormentata –
Il Maestro Bruno Bartoletti che per cinquant’anni ha diretto l’Opera di Chicago, quindi, anche, di teatro americano se ne intende, ha dichiarato – mettere in scena questo lavoro è un grande gesto di ricerca musicale, il teatro è vivo quando si riscopre un’opera così raramente eseguita, in Italia fatta una sola volta negli anni 50 e per la prima volta ad Ancona lo fa un uomo di colore, un grande protagonista, nonostante la sua giovane età, il baritono Nmon Ford -.
Informazioni Fondazione Teatro delle Muse - biglietteria 071 52525 – www.teatrodellemuse.org
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 23-01-2009 alle 01:01 sul giornale del 23 gennaio 2009 - 1296 letture